Massimo Marengo

 

Covid-19: la testimonianza del Dott. Massimo Marengo,  consigliere di Agifar Milano, durante la fase più critica della pandemia che ha sconvolto il mondo intero.

Lavoro nella farmacia di un piccolo comune, dove il rapporto Farmacista/cliente è talmente stretto che spesso si è amici di famiglia, non di rado addirittura parenti. Il primo giorno di lockdown ci è piombato addosso come un macigno, la speranza che la pandemia non arrivasse fino a noi ad un tratto si era sgretolata e abbiamo dovuto adattare, riorganizzare e in un certo senso anche reinventare la nostra professione. Abbiamo recuperato delle mascherine da parenti e amici medici, che ci han reso il fiato più corto e la voce più confusa. Abbiamo indossato i guanti, installato i plexiglass sul bancone e contingentato gli accessi in Farmacia allontanandoci fisicamente dai nostri pazienti, ma abbiamo cercato di colmare questa nuova distanza pensando al Codice recitato dopo l’abilitazione alla professione. I cittadini si sono dimostrati comprensivi, si sono adattati anche loro e si è creato un rapporto ancora più solido tra di noi. Intanto abbiamo rispolverato la Farmacopea e prodotto in laboratorio i gel igienizzanti mani e le soluzioni disinfettanti, combattendo contro la carenza delle materie prime e dei barattoli. Nonostante le notizie dei contagi e dei decessi arrivassero ogni giorno, coinvolgendo anche persone conosciute e stimate, per cercare di rassicurare i clienti abbiamo imparato a trasmettere i sorrisi con gli occhi, a parlare più scandito e forte per farci capire, ad avere più pazienza.

Il confronto con gli altri ragazzi dell’Agifar mi ha aiutato molto, abbiamo vissuto una situazione senza precedenti nell’ultimo secolo e insieme siamo cresciuti migliorando il nostro lavoro, organizzando anche meeting online con vari esperti nel campo covid-19 che ci facevano il punto della situazione e ci lasciavano interessanti spunti su cui riflettere.

Il Farmacista è un Professionista della Salute e così deve comportarsi: lavorando come abbiamo fatto tutti, cioè rimanendo al fianco del paziente anche in un momento così delicato e rischioso, abbiamo tutti dimostrato che non siamo l’ultima ruotina di un carro sacrificabile come forse alcuni pensano, ma uno degli ingranaggi più importanti e solidi dell’intera macchina del Servizio Sanitario Nazionale.