Pietro Stagnati

 

Covid-19: la testimonianza del Dott. Pietro Stagnati,  consigliere di Agifar Milano, durante la fase più critica della pandemia che ha sconvolto il mondo intero.

La mattina di domenica 8 Marzo ho aperto io la Farmacia ed ho un primo, preciso ricordo: la gente fuori, in fila in silenzio che aspettava l’apertura.

La notte di sabato il governo aveva definito in un decreto l’isolamento della Lombardia, per contrastare il diffondersi dell’epidemia legata al Coronavirus.

L’agitazione che la popolazione aveva da giorni, e che io e le mie colleghe cercavamo di placare, si era trasformata in panico; il cliente era angosciato e prima di acquistare voleva “ notizie”, volava sapere cosa stesse succedendo e “ come saremmo andati a finire”.

Le richieste nevrotiche si mischiavano a esigenze reali: saturimetri, bombole di ossigeno e vendite di   farmaci di ogni classe avevano subito un’impennata.

Iniziammo proprio quella domenica a lavorare tutti con le mascherine, facemmo un incasso molto alto, forse mai cosi alto ed eravamo tutti stanchi e provati da quella che ci sembrava ormai una situazione surreale.

Eravamo stanchi, ma soddisfatti, perché fare il lavoro che ami ti porta a questo, sapere di avere vinto la battaglia con le paure ed i problemi che ti si presentano durante la giornata.

D’improvviso quella sera, la sera dell’8 marzo, per me si trasforma in un incubo: mio padre accusava febbre a quaranta e altri sintomi da coronavirus.

Il lavoro delle settimane seguenti fu bloccato dalla mia quarantena, settimane piene di angoscia e sofferenza. Settimane in cui vissi sulla mia pelle un dramma terribile. Io stavo bene, ma mio padre fu investito in pieno.

I malati di covid-19 , come lui, furono lasciati soli ad affrontare la malattia e non ci fu una struttura sanitaria all’altezza.

Mio padre non venne seguito tempestivamente e fu costretto non solo a morire, ma a morire da solo.

Era un medico specialista in odontostomatologia, di grande professionalità, che pochi giorni prima della malattia seguì i suoi pazienti e fece fino in fondo l suo lavoro di professionista sanitario. Morì il 22 Marzo 2020.

Due giorni dopo io ero in farmacia, nella nostra Lombardia, rossa come l’emergenza, a cercare di dare il meglio che professionalmente potessi dare, come la vita e la professione ci insegnano e come avrebbe fatto e voluto mio padre.