Intervista al Dott. Roberto Langella, Vicepresidente di Agifar Milano e Segretario regionale di Sifo

 

L'Associazione dei giovani farmacisti ha il compito di creare una rete di professionisti che abbiano voglia di confrontarsi e di misurarsi con le sfide che ogni giorno troviamo nel nostro lavoro. Il dott. Roberto Langella, Farmacista ospedaliero e Vicepresidente di Agifar Milano, dà il suo fondamentale contributo alla causa con l'esperienza e le competenze maturate durante il suo cursus honorum, che lo ha portato, nell'ottobre 2020, ad essere eletto Segretario regionale di Sifo, Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici. La dedizione alla professione e la continua voglia di aggiornarsi hanno fatto diventare il Dott. Langella un punto di riferimento anche fuori dai confini regionali, e un orgoglio per tutti i soci di Agifar Milano.

 

Dott. Langella, il suo entusiasmo nel dedicarsi all'associazionismo e al sindacalismo è maturato dopo la laurea, oppure parte da più lontano?

Ti ringrazio per la domanda e cercherò di non essere troppo prolisso (ride). Il mio primo approccio con l’associazionismo è avvenuto quando, a sedici anni, mi hanno chiesto di scrivere lo statuto per il Forum dei Giovani del paese in cui abitavo (Grottaminarda, in provincia di Avellino). Quello è stato il primo passo, poi durante gli anni dell’università a Napoli ho continuato il mio impegno nella rappresentanza studentesca, spesso al di fuori delle tradizionali sigle universitarie. Durante la Scuola di specializzazione a Milano, infine, c’è stata una concreta evoluzione, anche dal punto di vista concettuale, dovuta in larga parte all’osservazione della complessità insita nel Sistema salute in Lombardia: una rappresentanza efficace, soprattutto per una Categoria professionale eterogenea come quella del Farmacista, passa necessariamente da un percorso di inclusione, dialogo e collaborazione. Sotto questi auspici, dopo due anni di lavoro, il primo passaggio si è concretizzato con la nascita del primo network nazionale degli specializzandi e con la mia elezione a Rappresentante nazionale degli Specializzandi in Farmacia ospedaliera durante il Congresso SIFO di Catania nel 2015. Quasi contemporaneamente, grazie al nostro Presidente Luigi Congi, è iniziato il mio percorso nell’ AGIFAR di Milano, dove ho trovato una squadra fantastica di colleghi e di amici. Il percorso di rappresentanza è stato poi coronato con la fondazione dell’Associazione ReNaSFO, unica realtà associativa di carattere nazionale dedicata agli specializzandi in Farmacia Ospedaliera.

 

Quali sono gli obiettivi suoi e del Consiglio direttivo di Sifo Lombardia che vorreste portare a termine durante il mandato?

La mia candidatura nasce con l’obiettivo di dare slancio alla partecipazione dei Soci lombardi e rafforzando i legami relazionali e professionali all’interno della nostra Categoria. i principali obiettivi si sviluppano sotto alcuni macro-ambiti, tra cui implementare progetti di ricerca e formazione, puntando soprattutto ad incrementare il grado di impatto della produzione scientifica su base regionale; rafforzare i rapporti con le Istituzioni, sviluppare una comunicazione efficace. Ho la fortuna di poter collaborare con un gruppo solido costituito in seno al Consiglio regionale e tra gli oltre trecento soci SIFO iscritti alla sezione Lombardia. Siamo infatti riusciti a realizzare già diversi progetti formativi focalizzati sul tema delle sperimentazioni, della Farmacia Clinica e sulla farmacoeconomia. Abbiamo patrocinato la IX edizione del Corso di Alta Formazione per l’Health Technology Assessment – COPHTA organizzato dalla LIUC Business School. Siamo nel pieno sviluppo di un progetto di revisione sistematica e metanalisi dedicata agli anticorpi monoclonali per la prevenzione dell’emicrania, stiamo collaborando attivamente con AIFA alla stesura di un manuale sul tema importazioni, nella seconda metà dell’anno continueranno le attività con progetti dedicati alle malattie rare, alla ricerca nell’ambito dei RWD, al nuovo regolamento europeo sui DM. Questo per il 2021. Alla fine del mandato la speranza è di aver contribuito a sviluppare dei percorsi che abbiano contribuito concretamente allo sviluppo professionale dei Soci e alla crescita, sotto il profilo istituzionale, della nostra Società scientifica.

 

I Farmacisti ospedalieri stanno dando un notevole apporto in questo periodo storico di pandemia, anche nell'ambito della preparazione dei vaccini, ci racconta meglio quali sono le vostre mansioni?

Come premessa vorrei ricordare che la International Pharmaceutical Federation (FIP) ha identificato il farmacista come principale “stakeholder nella gestione dell’immunizzazione” e ha fortemente sostenuto il ruolo attivo del farmacista nella profilassi vaccinale. I Farmacisti ospedalieri ed i Farmacisti dell’ATS, con il loro punto di vista privilegiato sull’intero processo, hanno svolto un ruolo cruciale nelle varie fasi che hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza vaccinale: allestimento, distribuzione, formazione al personale sanitario. Rilevante è stato anche il coordinamento ed il raccordo operato dai servizi farmaceutici ATS per garantire uniformità metodologica e prestazionale. La professionalità dei Colleghi è stata cruciale in ogni passaggio: logistica, definizione dei percorsi e delle linee terapeutiche, screening e consulenza dedicata ai pazienti, gestione della filiera e della catena del freddo, nonché nel monitoraggio e valutazione degli eventuali effetti avversi con la peculiare attività di vaccinovigilanza. La costante presenza del farmacista ospedaliero presso i centri vaccinali è stata un’innovazione che ha potuto garantire una rapida e sicura comunicazione tra il personale di reparto e le Direzioni Sanitarie dei presidi ospedalieri coinvolti. L’intervento dei Colleghi ha consentito l’ottimizzazione delle risorse disponibili e una riduzione di ogni eventuale spreco di risorse.

 

Quanto è importante la collaborazione tra professionisti ai fini della qualità della vita del paziente?

Il Covid ha dimostrato che è necessario superare le logiche a silos. La collaborazione intra e inter-categoria, le esperienze dei team multidisciplinari dovrebbero fondersi con un nuovo paradigma, quello di partnership con tutti i portatori d’interesse in ambito sanitario, compresa l’industria farmaceutica, con i pazienti messi indubbiamente al centro di ogni attività. Facile a dirsi, molto più difficile a concretizzarsi: in quest’ambito le società scientifiche hanno un ruolo ed una responsabilità peculiare, in quanto possono fungere da anello di congiunzione. Il miglioramento della qualità di vita del paziente passa necessariamente dallo skill mix tra i vari professionisti, in tutte le fasi dell’assistenza e nella capacità di integrare competenze nell’analisi dei dati sanitari. Nel giro dei prossimi 5 anni, almeno tra i dirigenti del SSN, ci sarà un turn-over senza precedenti, con un ricambio di circa il 50% del personale dirigente afferente alle Farmacie Ospedaliere. Un “esercito” di nativi digitali che potrà davvero fare la differenza in ambito sanitario, soprattutto in previsione delle riforme previste dal PNRR.

 

Che contributo può dare Agifar nel panorama del settore farmaceutico in Lombardia e in Italia?

L’ Agifar nelle diverse realtà regionali ha da sempre rappresentato il punto di congiunzione all’interno della Categoria dei Farmacisti, intercettando i bisogni dei colleghi afferenti ad ogni declinazione dell’assistenza farmaceutica. Investire sul futuro vuol dire saper investire sulla formazione e sulla coesione delle nuove generazioni. Agifar avrà l’importante ruolo di orientare sul piano formativo e della coesione i colleghi neo-laureati che stanno affacciandosi al mondo del lavoro o ad un percorso post-laurea,  sviluppando linee programmatiche che possano intercettare i crescenti bisogni di salute della popolazione al fine di coadiuvare i processi di assistenza farmaceutica ospedaliera e di assistenza farmaceutica territoriale, in contesti istituzionali nei quali è necessario puntare all’integrazione.