Alessandra Vita

 

Covid-19: la testimonianza della Dott.ssa Alessandra Vita, socia di Agifar Milano, durante la fase più critica della pandemia che ha sconvolto il mondo intero.

Iniziata come una normale mattina, sabato 22 febbraio 2020, si trasforma in poche ore in una giornata che non dimenticherò facilmente.

Ero a Milano insieme ad altri colleghi per frequentare un corso di aggiornamento professionale in farmacia oncologica. In un momento di pausa ne approfitto per guardare le notifiche dei messaggi e le news sullo smartphone e come me, anche le compagne di corso. Arrivano le notizie allarmanti dei primi contagi della Lombardia.  L’attenzione di focalizza sull’argomento del momento: Coronavirus. Il pensiero và subito ai colleghi della cittadina di Codogno impegnati in prima linea nella gestione di un’emergenza, la cui entità non ci era ancora del tutto nota.

Il rientro a casa è stato strano. In metropolitana ricordo uno strano silenzio. Molti avevano in mano il telefono per apprendere notizie e aggiornamenti di quello che stava accadendo. E nel tragitto in auto per arrivare a casa, i radiogiornali comunicavano dati allarmanti dalle zone rosse. Vivo e lavoro a Castelnuovo Scrivia, un paese della provincia di Alessandria di circa 5000 abitanti, non lontano da Tortona, dove è stato istituito presso l’Ospedale cittadino il primo presidio Covid-19 del Piemonte. Poco distante anche dalla Lombardia. Il lunedi’ successivo ricordo l’inizio di una strana settimana di lavoro. C’era una sensazione di paura, di caos, incertezza. Iniziamo a razionalizzare insieme ai colleghi la gravità della situazione, ma mai avremmo potuto pensare a tragici sviluppi. Tra il 7 e l’8 marzo 2020 la nostra provicia passa da essere zona arancione a zona rossa. Fino a quando non è stata chiusa l’intera Italia. Abbiamo dovuto “rimodellare” il nostro lavoro e la nostra quotidianità. Abbiamo iniziato a lavorare con guanti e mascherine. Abbiamo installato i plexiglass, contingentato gli ingressi, messo a disposizione gel igienizzanti mani per gli utenti. Predisposto specifici percorsi di ingresso in farmacia. Ci siamo organizzati con interventi di sanificazione per garantire un accesso sicuro nei locali della farmacia.

Il rapporto farmacista/cliente nella nostra realtà è abbastanza stretto. Dopo un primo momento di incertezza e preoccupazione, e di allontamento dovuto alle barriere trasparenti, anche i cittadini di sono adattati alla situazione. Abbiamo lavorato sempre a battenti aperti, cercando di non fare mancare nulla, lavorando se pur con consegne dimezzate, carenza di materie prime, gel mani, alcol, termometri, mascherine in un primo tempo di difficile reperibilità. Per cercare di rassicurare i clienti abbiamo imparato a trasmettere fiducia con gli occhi, a parlare più scandito e forte per farci capire, nonostante la mascherina renda il fiato piu’ corto. Abbiamo cercato di dare risposte ed informazioni corrette su quello che ci stava accadendo , anche grazie al confronto con i colleghi, tramite le dirette Facebook, i canali digitali, meeting online con vari esperti nel campo Covid-19 che facevano il punto della situazione, lasciandoci interessanti spunti di riflessione, rassicurando per quanto possibile sulle tante e troppe notizie che circolavano sul web / messaggi whatsapp. Molte non vere. Abbiamo cercato di rimanere al fianco dei pazienti, sempre. Nonostante il momento fosse delicato e la paura e le emozioni fossero difficili da contenere anche per noi. Il supporto e la collaborazione dei volontari della Croce Rossa e della Protezione Civile sono stati fondamentali per consentire la consegna dei farmaci a casa in sicurezza.

Le notizie dei contagi e dei decessi arrivavano ogni giorno, sempre piu’ allarmanti coinvolgendo anche persone conosciute e stimate. Abbiamo sofferto con i nostri clienti. Abbiamo perso tanti sorrisi, sguardi, persone, amici e conoscenti. Abbiamo cercato di dare conforto ai famigliari con l’espressività dei nostri sguardi, nonostante la fatica e la paura, andando oltre le barriere del plexiglass e della mascherina. Non è stato facile. Sono momenti che restano impressi nel “cassetto” delle emozioni dell’anima.

Sono passati circa tre mesi dal buio. Ora iniziamo poco alla volta a camminare sulla strada di una nuova normalità. E a rivedere la luce e i colori. Un pensiero va a tutti i colleghi farmacisti, medici, infermieri, operatori sanitari che hanno svolto con grande abnegazione il proprio dovere, sempre. A chi ha perso la vita, una preghiera e un ricordo, sono eroi silenziosi di una dura battaglia. Il nostro lavoro di operatori sanitari prosegue, cercando di educare i cittadini a seguire quanto piu’ possibile stili di vita e abitudini alimentari corrette, la giusta assunzione di farmaci e integratori, al rispetto delle regole per la salute e il benessere di tutti , per ritornare ad una nuova normalità, senza dimenticare il passato, ma andando avanti con un po’ piu’ di altruismo e meno individualismo.