Attaccare la psoriasi su tre fronti: l'importanza del Medico, dello Psicologo e del Farmacista nella cura di questa patologia. Il resoconto del webinar con il Dott. Damiani.

 

Venerdì 22 Maggio si è svolta l'opportunità formativa gratuita dal titolo: "L'impatto del COVID-19 nei Pazienti Psoriaci" a cura di Giovanni Damiani, Medico Ricercatore Statunitense, specializzato in dermatologia e venereologia, Postdoc al Case Western Reserve University e all’Università statale di Milano, Presidente dello Young Dermatologists Italian Network, che a questo aspetto ha dedicato anche pubblicazioni scientifiche. L’evento, organizzato sulla piattaforma di zoom, è stato momento di confronto interprofessionale organizzato dalla Consulta Giovani Professionisti Lombardi, un organismo composto da giovani farmacisti, psicologi e medici che da più di cinque anni operano in stretta collaborazione, affrontando temi di interesse trasversale, al fine di ottimizzare il servizio reso al cittadino sul territorio. “Solo nell’ultima decade si è cominciata a capire la patogenesi della psoriasi e a considerarla una patologia infiammatoria sistemica meritevole di valutazione multidisciplinare. Valutazione nella quale diversi medici e psicologi“ mettono sotto il microscopio” il paziente valutando ogni aspetto organico e non che contribuisce a formare il vissuto di malattia del paziente e, inevitabilmente, ne condiziona la qualità di vita” spiega Giovanni Damiani. “Questo team di professionisti che operano in ospedale, per cambiare veramente la vita del paziente, deve acquisire necessariamente una sponda sul territorio, responsabilizzando ed includendo nel processo di cura anche altre figure professionali, come i farmacisti. Spesso il farmacista è il primo consulente di questi pazienti in fase di acuzie, che per mille motivi non afferiscono all’ambulatorio dello specialista ospedaliero, pertanto nel modello assistenziale del paziente cronico con psoriasi è necessario coinvolgere questa figura. Non bisogna dimenticare, inoltre, che in molti casi questi pazienti sono spesso sotto immunosoppressione farmacologica, e questo ha evidenti implicazioni dal punto di vista dell’automedicazione, della prevenzione delle ADR e di altri aspetti legati al ricorso al farmaco”. Conclude Damiani: “Auspico che queste giornate di lavoro, fondamentali per diffondere conoscenze e sensibilizzare gli attori del processo di cura su tematiche sanitarie complesse possano continuare e portare sempre più professionisti della sanità a lavorare in modo coordinato per migliorare il nostro SSN dall’interno”. “E' stato un periodo faticoso per tutti, ma star chiusi in casa ci ha permesso di sentire sempre più forte il desiderio di stare uniti, anche a livello professionale. L’enorme sfida della pandemia della COVID-19 che stiamo affrontando necessita di collaborazione, soprattutto nel mondo della sanità. Per questo ci siamo seduti a tavolino e abbiamo organizzato questa serata inter-professionale. Abbiamo scelto il tema della psoriasi e, in senso più ampio, delle patologie dermatologiche croniche, perché non dobbiamo dimenticare che anche i pazienti "non-Covid”, in questa situazione, sono più che mai bisognosi delle nostre attenzioni” commenta Cecilia Pecchioli, Presidente dei Giovani Psicologi della Lombardia e Presidente della Consulta dei Giovani Professionisti Lombardi. “Gli psicologi, che già hanno operato su questi aspetti, sviluppando il progetto "Dermatologicamente" (servizio di supporto gratuito ai pazienti psoriasici organizzato in collaborazione con la Fondazione Corazza e con il supporto incondizionato di Leo Pharma Italia) hanno colto in questa occasione spunti anche tecnici utili nel trattamento degli stati ansiosi e melanconici.” “Anche in questa occasione, il network inter-professionale ha mostrato la sua efficacia, confermando ancora una volta la fondamentale necessità di dialogo costante e collaborazione tra le professioni sanitarie, che hanno in comune un'utenza che richiede di essere presa in carico a 360 gradi” conclude Pecchioli.
“Anche in questa occasione ha avuto un esito positivo il nostro impegno per costruire una rete di giovani professionisti che cresce insieme. Da questi confronti esce rafforzata la consapevolezza che le singole professionalità si completano attraverso una stretta collaborazione con chi ha competenze differenti, tra chi opera nell’ospedale e chi presidia il territorio. Sono passati cinque anni da quando abbiamo avviato questo percorso e quindi è già possibile tracciare un bilancio, anch’esso positivo: siamo riusciti a offrire ai giovani colleghi un percorso di aggiornamento in cui la dimensione multidisciplinare è stata sposata appieno, ma abbiamo offerto anche una modalità di lavoro differente, più vicina a quella con cui nella pratica professionale quotidiana vanno costruite le sinergie con gli altri “camici bianchi. Il nostro è un  pproccio diverso che, ovviamente, va a integrare le altre occasioni di aggiornamento a cominciare dalla letteratura scientifica” riassume Luigi Congi, Presidente dei Giovani Farmacisti di Milano Lodi Monza Brianza e Pavia e Segretario della Consulta dei Giovani Professionisti Lombardi. “Devo constatare con piacere che anche i colleghi giovani medici e giovani psicologi hanno apprezzato questa collaborazione, e questa è una grande soddisfazione per noi farmacisti, che abbiamo creduto fortemente in questa idea di futuro della professione, proponendola nel 2015 ai vertici delle associazioni dei giovani professionisti del territorio lombardo”. “L’emergenza sanitaria ha visto il massimo impegno di tutti i giovani farmacisti della nostra Regione, che purtroppo è stata l’epicentro italiano della pandemia, e ha rafforzato la nostra consapevolezza di essere il primo riferimento sul territorio e che, quindi , abbiamo un ruolo chiave per affrontare sia le emergenze sia la cronicità. Auspichiamo che da questa prova, alla quale la nostra rete ha risposto, malgrado le difficoltà gravissime, con competenza, dedizione, emerga ancora più evidente la necessità di ampliare il ruolo del farmacista come elemento indispensabile della presa in carico del paziente sul territorio” conclude Congi.